giovedì 23 settembre 2010

Scienza e fede

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Le scienze si fondano su osservazioni
Le scienze studiano cio' che è osservabile con i 5 sensi.
Le osservazioni vengono fatte secondo protocolli determinati e verificabili e producono dati.
I dati vengono ordinati, analizzati,comparati e valutati; lo scienziato che analizza i dati coglie dei nessi , delle relazioni che esprime in ipotesi.
Ipotesi sull'origine del fenomeno, sullo svolgimento, sugli effetti,sulle cause e le con-cause,etc.
L'ipotesi puo' essere falsificata o verificata dalle sperimentazioni ed essere scartata o diventare unateoria scientifica.
Nuove osservazioni, piu' accurate o piu' fortunate possono portare a nuove teorie, piu' precise che falsificano quelle vecchie.
Le scienze progrediscono attraverso un processo di falsificazione delle teorie precedenti .
Le scienze producono teorie predittive dei fenomeni osservabili verificate sperimentalmente .
La conoscenza scientifica è provvisoria e soggetta a falsifica, non produce per sè delle verità, dei significati, dei valori.
Tocca alla ragione, cioè alla filosofiascoprirli.
Le religioni si fondono su rivelazioni
La Rivelazione è in genere un evento che viene compreso come un miracolo,un prodigio una comunicazione soprannaturale, divina. L'evento miracoloso in sè non è rivelazione se non entra nella storia attraverso un linguaggio umano che ne sveli il significato soprannaturale, l'autore, la finalità,etc.
Perchè ci sia una rivelazione ci vuole qualcuno che colga il significato soprannaturale di un fenomeno,un mediatore .
I mediatori ( sciamani, sibille, profeti) partecipano degli eventi di rivelazione ed esprimono i significati ad essi collegati attraverso simboli e segni, un linguaggio simbolico, analogico, e non attraversorelazioni matematizzate , trattati scientifici.
Tutte le rivelazioni sono storiche. Ogni rivelazione è un dato.
Le religioni custodiscono le rivelazioni, verita' che sono espressioni simboliche legate al significato religioso di determinati eventi prodigiosi e miracolosi.
Le religioni sono depositarie delle rivelazioni cioè dei significati religiosi di eventi e fenomeni legati al sacro la cui conoscenza implica la mediazione di profeti, sciamani, sibille, veggenti che partecipano degli eventi di rivelazione e li interpretano traducendoli in linguaggi analogici.

Le rivelazioni non sono conoscenze soggette a verifica o falsifica, sono dati, verità immutabili sulle quali si applica la ragione (teologia) , scoprendo in esse significati e valori.

Le rivelazioni sono linguaggi religiosi, simbolici, non sono relazioni oggettive, matematiche, trattati scientifici .I saggi di tutti i tempi e di tutte le culture hanno contemplato le rivelazioni, hanno riflettuto su di esse ed hanno colto verità , in esse nascoste. Per comunicare tali verità alle generazioni i saggi hanno universalmente costruito racconti speciali , tipicamente i miti. Quando le comunità di fede hanno riconosciuto tali verità come parte della rivelazione stessa hanno inserito anche questi miti nei testi sacri. Quando le religioni parlano di creazione del mondo o dell’uomo non parlano di problemi scientifici, non voglio dare spiegazioni religiose dedotte dalle rivelazioni sulle origini dell’uomo o del mondo o del male, ma parlano del significato dell’uomo o del mondo o del male , che esse scoprono nelle rivelazioni..
Scienza e religione sono conoscenze autonome.
Non puo' esistere conflitto tra scienza e religione , sono due ambiti diversi di conoscenza.
Le religioni non hanno nessun titolo per giudicare le teorie scientifiche,
cosi' come le scienze non hanno nessun titolo per giudicare le rivelazioni.

«Una teoria è un'elaborazione metascientifica, distinta dai risultati dell'osservazione, ma ad essi affine.
Grazie ad essa, un insieme di dati e di fatti indipendenti fra loro possono essere collegati e interpretati in una spiegazione unitiva. La teoria dimostra la sua validità nella misura in cui è suscettibile di verifica; è costantemente valutata a livello dei fatti; laddove non viene più dimostrata dai fatti, manifesta i suoi limiti e la sua inadeguatezza. Deve allora essere ripensata.»


Sua Santità Giovanni Paolo II-Ai Membri della Pontificia Accademia delle Scienze riuniti in Assemblea Plenaria-22 Ottobre 1996.
Nessuna scienza puo' studiare Dio giacche' non puo' osservarlo!
Nessuna religione  e' mai nata sulla base di osservazioni scientifiche!
Questa autonomia si esplicita:
1. negli obiettivi: la scienza nelle sue varie articolazioni cerca di scoprire "come" avvengono i fenomeni.
La religione cerca il “ perché”, il senso delle cose a partire dalle rivelazioni. La fede accoglie la rivelazione e indaga con la ragione su di essa. La religione , come la filosofia, indaga sui "perché" ultimi dell'esistenza, sul senso profondo della vita e della morte, etc., ma non si fonda solo sulla ragione umana come la filosofia, bensì ragiona a partire da rivelazioni.
2. nel metodo: la scienza usa il metodo sperimentale di verifica. La fede accoglie con fiducia il messaggio religioso rivelato da Dio senza una previa verifica empirica. Le rivelazioni non si impongono alla ragione umana, la loro efficacia salvifica non è ripetibile sempre e comunque, non è sperimentabile oggettivamente, “ a priori”,ma si manifesta solo soggettivamente e nella comunità di fede , cioè solo se prima ci si affida ad essa con la fede.
3. negli strumenti: la scienza usa strumenti appositi e tecniche proprie delle varie discipline che sono strettamente legate ai 5 sensi, alla osservazione. I saggi delle religioni, universalmente, si “servono “ della ragione ma anche della preghiera , della contemplazione, di esercizi spirituali, si affidano alla divinità per attivare il sensore "anima" .

Tra fede e scienza non solo è superabile il conflitto, ma è proficua una reciproca collaborazione e complementarietà, perché ambedue hanno come centro delle loro attenzioni l'uomo e l'universo e, quindi, ambedue possono offrire contributi preziosi nell'esplorare il "grande e inesauribile mistero dell’esistenza".

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